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Aleardo Aleardi
A te
L’ORA CHE SAI.
Se dopo il bacio della morte è vita,
Fu un’ora al ciel rapita.
Se farmaco bugiardo ai nostri mali
È sognarci immortali,
Qua allor creava un paradiso Iddio,
E in quell’ora fu mio.
Tutte le gioie della terra in una
Condensi la fortuna,
E un giorno di capriccio a un prediletto
Mortal le versi in petto,
Io non lo invidio. Non fia mai che arrivi
Ai gaudi fuggitivi,
Ma fatti eterni nella mia memoria,
Di quell’intima storia,
Che tutti in fiamme, pur che la ripensi,
Mi pon la mente e i sensi.
Perchè in quell’ora, cui ridir non vale
Niun canto di mortale,
Lo spirito vital de la Natura,
Che germina e matura.
Dalla spiga all’estrema nebulosa
Ogni creata cosa,
Tutto m’involse, e mi trovai sommerso
Nel cuor dell’Universo;
Dove passando fra le arcane feste
D’un’Eleusi celeste
Suoni io cogliea poi tremuli zaffiri
Di baci e di sospiri;
Per l’ocëan degli esseri io sentìa
Piovere un’armonia
D’anime e d’astri, e su ne la infinita
Sorgente della vita
Fervere l’opra della eterna Idea
Che infaticabil crea.
1878