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Alfio Belluso
In una chiesa
C’è ne l’altar maggiore un crocifisso,
Lungo, stecchito, dal volto soffrente,
Come viva persona, guarda fisso,
Un san Giovanni, la devota gente.
Accendon quattro lampade sul muro,
Fioche, come dinanzi a un moribondo,
Mandan puzzo i sepolcri umidi e scuro
Sonnecchia un frate, ruminando, in fondo.
Fra due colonne, ne la nicchia, un santo
Medita grave sopra un teschio: ha il volto
Bianco e pelato. Da l’organo un canto
Lungo, venir, come lamento ascolto.
E gli arabeschi e le antiche pitture,
Grandi e severe ne l’atteggiamento,
In cor mettono brividi e paure...
E uno sconforto e una stanchezza sento.
E, dove son, dimando?... E cerco il sole,
Mentre luccica al ciel crepuscolare,
Fra l’odore di rose e di viole,
Cerulo e interminato, fuori, il mare.
Qui l’ignavia e il torpor strugge la forte
Vita, la freme e trionfa l’amore;
Aprimi, scuro frate, quelle porte,
L’aria mancar mi sento: qui si muore!