Edizione Italiana
    Library / Literary Works

    Antonio Ghislanzoni

    Scuola moderna

    — Al diavolo l’estetica,
    La logica, il buon senso,
    E l’idëal melenso!
    Poichè l’arte pöetica
    Dai vecchi impacci è sciolta,
    Farò il comodo mio....
    E spero questa volta
    Coi famosi del secolo
    Salire agli astri anch’io.

    — Il verno io canto, il verno,
    La stagione crudele —
    Stanotte il Padre Eterno
    In cima alla montagna
    Ha fatto il lattemiele....
    E gli Aquiloni batton la campagna.

    — Al piè del Resegone
    Ve’! come il lago fuma
    Immoto, senza schiuma!...
    Visto dal mio balcone
    Il gelido cratère
    Sembra la catinella d’un barbiere
    A cui mancò il sapone.

    — Dalle nuvole rotte
    Il sole ad intervalli
    In berretta da notte
    Mette fuori la faccia stralunata,
    Sbadigliando di noja —
    E frattanto, di neve disgelata
    Sgocciola la tettoia,
    Come il nasuccio d’uno scolaretto
    Che smarrì il fazzoletto.

    — Al margine del fosso
    Sulla morta natura
    Squittisce un pettirosso,
    Coll’aria d’un becchino,
    Che d’una vergin sulla sepoltura
    Legga ghignando un romanzo di Dròz,
    O si sfiati a trillar sull’ottavino
    Un tema di Berliòz.

    — Se scendo all’orticello,
    Cui bieco irride il sole,
    Le assiderate aiuole
    Mi chieggono un mantello....
    Gli alberi incappucciati
    Come convalescenti
    Ringhiano da dannati:
    Dio! che dolor di denti!

    — Pur, dai gracili steli
    Una pallida rosa piccioletta
    In bianca parrucchetta
    Sfida il rigor dei geli;
    Tanto bella e gentil, che la diresti
    Ai languidi colori, ai tratti mesti,
    La crèola di Balzac,
    Una smilza figura
    Di Dorè, di Kaulbach,
    Una giovin marchesa in miniatura.
    Se non temessi offenderti,
    Piccola Pompadour,
    Vorrei offrirti un cigaro Cavour!

    — Là, sulla opposta riva,
    Poderosa, anelante,
    Una locomotiva
    Fra i gioghi si allontana,
    Come un tetro elefante
    Che sbuffi il fumo d’un superbo avana.
    E dietro a quella sfilano schierati
    Dieci vagoni in sembianza di abati
    Che vanno al Giubileo
    Grugnendo il Laus Deo!

    — Sull’ultimo vagone
    Gaia e modesta ascendi,
    O mia nuova Canzone;
    E nella letteraria sinagoga
    Se mai, per caso, apprendi
    Che oggigiorno hanno voga
    Dei carmi così fatti,
    Raccomanda a chi studia pöesia
    Di andare a scuola all’ospedal dei matti.




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