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Carlo Michelstaedter
Marzo
Marzo ventoso
mese adolescente,
marzo luminoso,
marzo impertinente,
marzo che fai tuoi giochi
con le nuvole in alto
e con l’ombre e le luci
dài mutevol risalto
alla terra stupita,
alla terra intorpidita,
mentre dal seno le strappi
e le primole e le rose,
e fresch’acque rigogliose
lieto fai rigorgogliare.
Ed il passero riscuoti
con la tua folle ventata
nella sua grondaia secca,
nella siepe denudata.
Spazzi i portici e le calli
e la nebbia nelle valli,
e la polvere degli avi
e i propositi dei savi
rompi e l’ombra delle chiese.
Ed il pavido borghese
che nell’ossa porta il gelo
dell’inverno trapassato
e col corpo imbarazzato
geme il reuma ed il torpore
che nel volto porta il velo
della noia ed il pallore
della diuturna morte,
si rinchiude frettoloso
si rinvoltola accidioso
e rincardina le porte.
Se lo scuoti e lo palesi,
marzo, giovine pazzia,
la sua trista nostalgia
sogna il sonno di sei mesi.
Ei ti teme, dolce frate
marzo, terrore giococso,
ma tu passi vittorioso,
sbatti gli usci e le impannate
con le tue folli ventate,
e la densa polve sveli
nel tuo raggio popolato,
e sul legno affumicato
i vetusti ragnateli.
Poichè il termine al riposo
canti, marzo adolescente,
t’odia questa buona gente,
marzo luminoso.
Ma se t’odiano addormiti
nelle coltri riscaldate,
ed i passeri impauriti
nelle siepi denudate,
t’ama il falco su nell’aria
che più agile si libra
nella tua ventata varia,
e la sente in ogni fibra
lieta della tua procella,
chè per lei si fa più bella,
che per lei si fa più pura
ai suoi occhi la natura.
Marzo luminoso
mese adolescente,
marzo irriverente,
marzo ventoso.