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Ernesto Ragazzoni
Il viaggio d'Isotta
Sul mare muor l’ora dell’oro, e l’ire
aspre dell’onda, su ali lunghe, culla
la cantilena — eco d’Irlanda — nulla
più che un leggero armonizzar di lire.
Isotta sogna! Larghe sete in spire
purpuree si pïegan come sulla
cimba d’una Nereide: «Guai, fanciulla!»
la voce, in alto, par voglia ammonire.
Ma Isotta sogna. E mentre un arco opale
emerge lungi, da un naufragio strano
di nuvole in un solco lilïale,
esausta ella ne liba il raggio arcano,
ed i suoi occhi fondi, come fiale
stillano il filtro che berrà Tristano.