Edizione Italiana
    Library / Literary Works

    Francesco Berni

    Capitolo de' ghiozzi

    O sacri, eccelsi e glorïosi ghiozzi,
    o sopra gli altri pesci egregi tanto
    quanto de gli altri più goffi e più rozzi,

    datemi grazia ch’io vi lodi alquanto,
    alzando al ciel la vostra leggiadria,
    di cui per tutto il mondo avete il vanto.

    Voi sète il mio piacer, la vita mia;
    per voi, quand’io vi veggio, ogni mia pena
    cessa et ogni fastidio passa via.

    Benedetto sia il fiume che vi mena:
    o chiaro, ameno e piacevol Vergigno,
    in te non venga mai tòsco né piena,

    poi che tu se’ sì grato e sì benigno
    e te ci mostri assai meglior vicino
    che quel che mena sol erba e macigno.

    Sia benedetto appresso anco Nardino,
    Dio lo mantenga e dìali ciò ch’e’ vuole,
    cacio, gran, carnesecca et olio e vino,

    e facciagli le doti alle figliuole,
    acciò ch’altro non facci che pigliarvi
    col bucinetto e colle vangaiuole.

    Io vorrei pur cominciare a lodarvi,
    ma non so s’io haverò tanto cervello
    ch’io possa degnamente satisfarvi.

    Quando io veggio Nardin con quel piattello
    venir a casa e con la sua balestra
    io grido come un pazzo: "Vèllo, vèllo";

    e alzando verso lui la mano destra,
    tanta allegrezza mi s’avventa al core
    ch’io mi son per gittar dalla finestra.

    Poi mi vo verso lui con gran furore,
    correndo sempre e sempre mai gridando,
    come si fa d’intorno a chi si more.

    Poi ch’io v’ho visti, io vo considerando
    vostre fattezze tutte, a parte a parte,
    come chi va le stelle astrolagando.

    Certo Natura in voi mise grand’arte
    per far un animal cotanto degno
    da esser scritto in cento millia carte.

    La prima loda vostra, il primo segno
    ch’io trovo, è quel ch’avendo voi gran testa
    è forza che voi abbiate un grande ingegno;

    la cagion per l’effetto è manifesta:
    un gran coltel vuol una gran guaina
    et un grand’orinale una gran vesta.

    Segue da questa un’altra disciplina,
    ch’avendo ingegno e del cervello a iosa,
    è forza voi abbiate gran dottrina.

    A me pare un miracolo, una cosa
    che ’n tutti gli animal mai non trovossi
    così stupenda né maravigliosa:

    questa per un miracol contar possi,
    e pur si vede e tutto il giorno avviene,
    che voi sète meglior quanto più grossi.

    Se così fussin fatte le balene
    o’ ceti o’ lucci o’ buovi o’ lionfanti,
    so che le cose passarebbon bene.

    O pesci senza lische, o pesci santi,
    agevoli, gentil, piacevoloni,
    da comperarvi a vista et a contanti!

    Ma per non far più lunghi i mei sermoni,
    provar vi possa chi non v’ha provati,
    come voi sète in ogni modo buoni:

    caldi, freddi, in tocchetto e marinati.




    POTRESTI ANCHE ESSERE INTERESSATO A


    © 1991-2024 The Titi Tudorancea Bulletin | Titi Tudorancea® is a Registered Trademark | Condizioni d'uso
    Contact