Edizione Italiana
    Library / Literary Works

    Francesco De Lemene

    L'Usignuolo

    Nel muto orror di solitarie piante,
    Sotto notturno cielo,
    Mentre solo men vo tradito amante,
    E di Fille e d’Amor io mi querelo,
    Sento mesto usignuolo
    Che rïempie cantando all’äer fosco
    Con l’amaro suo duolo
    L’aure di gioia e di dolcezza il bosco;
    Poichè sull’erma e taciturna riva
    Altri allor non mi udiva,
    Delle mie pene e degli inganni altrui
    Così mi prese a vaneggiar con lui:
    Usignuol, che in questo lido
    Al tuo mal conforto chiedi,
    Credi tu, dillo se’l credi,
    Che da Fille io sia tradito?
    Allora in suo linguaggio
    Il musico selvaggio
    Mi risponde così:
    Sì sì sì sì sì sì sì ti tradì.
    Come oh dio! potea lasciarmi
    Per seguir chi men l’adora?
    Io so pur che Fille ogn’ora,
    Fille ognor dicea d’amarmi.
    Allora in suo linguaggio
    Il musico selvaggio
    Così mi replicò:
    No no no no no no no non t’amò.
    Dunque rotto il laccio duro
    Scaccerò Fille dal core,
    Il farò, sentimi, Amore,
    Il farò, tel dico e’l giuro.
    Allora in suo linguaggio
    Il musico selvaggio
    Disse, quando giurai,
    Mai mai mai mai mai mai mai nol farai.




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