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Francesco Petrarca
Sonetto V
QUAND’io movo i sospiri a chiamar voi,
E ’l nome che nel cor mi scrisse Amore;
LAUdando s’incomincia udir di fore
Il suon de’ primi dolci accenti suoi.
Vostro stato REal, che ’ncontro poi,
Raddoppia all’alta impresa il mio valore:
Ma, TAci, grida il fin: che farle onore
E d’altr’omeri soma, che da’ tuoi.
Così LAUdare, e REverire insegna
La voce stessa, pur ch’altri vi chiami,
O d’ogni reverenza, e d’onor degna:
Se non che forse Appollo si disdegna,
Ch’a parlar de’ suoi sempre verdi rami
Lingua mortal presuntuosa vegna.