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Galileo Galilei
Scorgi i tormenti miei, se gli occhi volti
Esprime alla sua Donna come egli langua per lei d’amore.
Scorgi i tormenti miei, se gli occhi volti,
Nella ruvida fronte ai sassi impressi;
Leggi il tuo nome e i miei martirj scolti
Nella scorza de’ faggi e de’ cipressi.
Monstran l’aure tremanti i sospir tolti
Dall’infiammato sen; gli augelli stessi
Narran pure il mio mal, se tu gli ascolti;
Eco il conferma, e tu nol credi, Alessi?
Gusta quell’acque già sì dolci e chiare,
Se nuovo testimonio al mio mal chiedi,
Com’or son fatte dal mio pianto amare.
E se dubiti ancor, mira in lor fiso,
E quel che neghi al gusto, agli occhi credi,
Leggendo il mio dolor nel tuo bel viso.