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Giacomo Zanella
Egoismo e carità
Odio l’allòr che, quando alla foresta
Le novissime fronde invola il verno,
Ravviluppato nell’intatta vesta
Verdeggia eterno.
Pompa de’ colli; ma la sua verzura
Gioia non reca all’augellin digiuno;
Chè la splendida bacca invan matura
Non coglie alcuno.
Te, poverella vite, amo, che quando
Fiedon le nevi i prossimi arboscelli,
Tenera, all’altrui duol commiserando,
Sciogli i capelli.
Tu piangi, derelitta, a capo chino,
Sulla ventosa balza. In chiuso loco
Gaio frattanto il vecchierel vicino
Si asside al foco.
Tien colmo un nappo: il tuo licor gli cade
Nell’ondeggiar del cubito sul mento;
Poscia floridi paschi ed auree biade
Sogna contento.