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Giosuè Carducci
Omero
II.
E forse da i selvaggi Urali a valle
Nova ruinerà barbara plebe,
Nova d’armi e di carri e di cavalle
Coprirà un’onda l’agenorea Tebe,
E cadrà Roma, e per deserto calle
Bagnerà il Tebro innominate glebe.
Ma tu, o poeta, sí com’Ercol dalle
Pire d’Eta fumanti al seno d’Ebe,
Risorgerai con giovanili tempre
Pur a l’amplesso de l’eterna idea
Che disvelata rise a te primiero.
E, s’Alpe ed Ato pria non si distempre,
A la riva latina ed a l’achea
Perenne splenderà co ’l sole Omero.