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Giovanni Battista Casti
Il contento
Il crin cingetemi
Di mirti e rose,
Leggiadri giovani,
Donne amorose;
E miste ai cantici
Mentre intessete
Con piè volubile
Le danze liete,
Voci di giubilo
Canore e pronte
M’inspirin Pindaro
E Anacreonte;
E i carmi scorrano
Dai labbri miei
Dolci qual nettare
Che beon gli Dei:
Poichè Amarillide
Di questo core
Soave ed unica
Fiamma di amore,
Che pria sì rigida
E sì crudele
Sprezzò il mio tenero
Amor fedele,
Alle mie lagrime,
Alle preghiere
Prese più docili
Dolci maniere:
E a me con placido
Gentil sorriso
Lo sguardo languido
Fissando in viso,
Se m’ami, dissemi,
Già sento anch’io
Per te amor nascere
Nel petto mio.
E ai penosissimi
Lunghi tormenti
Allor successero
I bei momenti;
E l’alma Venere
Dalla sua sfera
Allor sorrisemi
Più lusinghiera.
Sentii dall’animo
Fuggir la noia,
E il cor riempiermi
D’immensa gioia.
Più chiaro parvemi
Splendere il giorno,
Più grato l’aere
Spirarmi intorno:
Così le lagrime
De’ mesti amanti
Compensa il termine
Di pochi istanti,
E la memoria
Del mal sovente
Svanisce e perdesi
Nel ben presente.
Or che, Amarillide,
La fiamma mia
Depose il rigido
Tenor di pria,
Non temo i turbini
Di avversa sorte,
Nè il più terribile
Furor di morte.
Me faccian vivere
I numi amici
Con Amarillide
I dì felici;
Nè altro mai chiedere
Da lor vogl’io,
Nè a compier restami
Altro desio,
Che in petto accogliere
Idee non soglio
D’insaziabile
Fasto ed orgoglio;
Nè brama pungemi
D’oro e di gemme
Che mandan l’indiche
Eoe maremme.
Abbiasi Venere
Il vago Adone,
Abbiasi Cinzia
Endimione,
Nè al frigio Paride
Elena invidio,
Famosa origine
Del grand’eccidio:
Per mille celebri
Bellezze e mille
Pera s’io cedere
Voglia Amarille!
Dolci qual nettare
Solo per lei
I carmi scorrono
Dai labbri miei.
Soavi zefiri,
Aurette liete
Che intorno l’aere
Lievi muovete,
Le mie di giubilo
Voci ascoltate,
E i vostri tremuli
Moti arrestate.
Tacete, o garruli
Canori augelli;
Tacete, o queruli
Vaghi ruscelli:
Chè i carmi scorrono
Dai labbri miei,
Dolci qual nettare,
Che beon gli Dei.
Del mio non trovasi
Più lieto core
Entro il vastissimo
Regno di Amore:
E così l’animo
M’empie il contento.
Che omai non restavi
Luogo al tormento.
Oh giorni fausti
Che amando io spesi!
Oh ardor benefico Ond’io mi accesi!
O amabilissima
Cara Amarille,
Dalle cui tremule
Vaghe pupille
Tanta discendere
Mi sento in petto
Dolcezza ch’empiemi
D’almo diletto,
Soave ed unica
Cagion tu sei
De’ felicissimi
Contenti miei.
Per te a conoscere
La vita imparo,
Per te m’è il vivere
Giocondo e caro.
E voi, fide anime
Che Amor seguite,
E gl’invidiabili
Miei casi udite,
Or che Amarillide,
La fiamma mia,
Depose il rigido
Tenor di pria,
Il crin cingetemi
Di mirti e rose,
Leggiadri giovani,
Donne amorose;
E in me di Venere
L’alto favore
Rispettin gl’invidi
Servi di Amore:
E sia di esempio
A ogni alma amante,
Che tutto vincere
Può amor costante.