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Giovanni Pascoli
La morte del ricco
Ha il prete a lato, e il nembo urla di fuori:
un sinedrio d’ombre incappucciate
gli siede intorno: egli ode... — Accusatori,
accusate! accusate! —
Sorge una donna: egli mentì l’amore!
Sorge un bimbo: il mio nome ei mi negò!
Sorge un villano: io vuo’ strappargli il core,
8che mi fece sudare e mi rubò!
Un minator dice: morii sotterra,
pria che morto, sepolto.
Un soldato: ed io caddi ucciso in guerra,
prima uccisor che ucciso; egli m’ha tolto
vita e innocenza. — E tu spettro che hai? —
Fame. — E tu? — Freddo. — E tu? — Voglio odiar-
lo! che per anni lunghi io lavorai
e non ebbi un minuto per amar. —
Voi chi siete? — Signore, un assassino. —
Voi? — Mio signore, un ladro! ah! ma il delitto
non s’ama, egli è un destino
che nella fronte, esso che muor, ci ha scritto! —
E tu perchè l’abbranchi? — Ero fanciulla
pura e bella; e son morta all’ospedal!... —
Tu perchè fremi? — Ah! ch’io morii nel nulla,
io ch’ero nato a vivere immortal!... —
Venga l’esecutor! Dubbio, t’avanza!
fissalo col tuo grande occhio sbarrato!
Costui d’un’altra vita ha la speranza:
che muoia disperato!