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Giovanni Pico della Mirandola
Lettere I. A Ercole d'Este
Illustrissime Princeps ac excellentissime Domine, Domine mi obsevandissime.
Essendomi venuto a notitia come il Conte Antonio Maria mio fratello s’è querelato a la Celsitudine Vostra circa il facto de la provisione etc., dubitando io esser stimato circa ciò de simile animo et intentione, m’è parso per questa mia far noto a la Excellentia Vostra che, essendomi stato continuamente il Magnifico Messer Galeoto non fratello ma patre, mia intentione è non descompiacergli mai in veruna cosa; anzi le demonstration grandissime d’amore che de continuo me ha facto con li boni effecti me persuadeno a voler essere sempre obedientissimo, prima però a la Excellentia Vostra come bono et fidelissimo servitore, poi a Sua Signoria come bon figliolo. A la prelibata Celsitudine Vostra et a la Illustrissima sua consorte humiliter me raccomando.
Mirandulae, die 8, 1478. Excellenti Celsitudini Vestrae servus Ioannes de la Mirandula Protonotarius Apostolicus, manu propria.