Library / Literary Works |
Giuseppe Paolucci
Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa
Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa
Langue, o Tirsi, d'Arcadia il più bel fiore;
Ninfa, che non so dir, se porti impressa
Beltà maggior nel volto, oppur nel cuore.
E langue sì, ch'ella non par la stessa,
Che di tant'alme vinte ebbe l'onore:
Tal di maligno umor nube atra e spessa
Cuopre que' lumi, ond'è sì dolce amore.
Ma da' languidi rai non però cade
Men grave il dardo, ond'è il mio cuor s'accende,
Anzi vie più pungente il fa pleiade:
Che quando da virtude il vigor prende
D'amore il fuoco, ei per mancar beltade
Punto non scema, o chiaro meo risplende.