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Guido Cavalcanti
Li mie' foll' occhi, che prima guardaro
Li mie’ foll’ occhi, che prima guardaro
vostra figura piena di valore,
fuor quei che di voi, donna, m’acusaro
nel fero loco ove ten corte Amore,
e mantinente avanti lui mostraro
ch’ io era fatto vostro servidore:
per che sospiri e dolor mi pigliaro,
vedendo che temenza avea lo core.
Menârmi tosto, sanza riposanza,
in una parte là ’v’ i’ trovai gente
che ciascun si doleva d’Amor forte,
Quando mi vider, tutti con pietanza
dissermi: «Fatto se’ di tal servente,
che mai non déi sperare altro che morte».