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Guido Guinizzelli
Ch'eo cor avesse, mi potea laudare
Ch’eo cor avesse, mi potea laudare
avante che di voi foss’ amoroso,
ed or è fatto, per tropp’ adastare
di voi e di me, feìo ed argoglioso:
ché subit’ore me fa isvariare
di ghiaccio in foco e d’ardente geloso;
tanto m’angoscia ’l prefondo pensare
che sembro vivo e morte v’ho nascoso.
Nascosa morte porto in mia possanza,
e tale nimistate aggio col core
che sempre di battaglia me menaccia;
e chi ne vol aver ferma certanza
riguardimi, se sa legger d’amore,
ch’i’ porto morte scritta ne la faccia.