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Isabella Morra
I fieri assalti di crudel Fortuna
I fieri assalti di crudel Fortuna
scrivo piangendo, e la mia verde etate;
me che ’n sì vili ed orride contrate
spendo il mio tempo senza loda alcuna.
Degno il sepolcro, se fu vil la cuna,
vo procacciando con le Muse amate;
e spero ritrovar qualche pietate
malgrado de la cieca aspra importuna,
e col favor de le sacrate Dive,
se non col corpo, almen con l’alma sciolta
essere in pregio a più felice rive.
Questa spoglia, dov’or mi trovo involta,
forse tale alto Re nel mondo vive
che ’n saldi marmi la terrà sepolta.