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Isabella Teotochi Albrizzi
Lettere a Giuseppe Urbano Pagani Cesa
Preg.mo Amico
Venezia, 6 Giugno 1795.
Intenderò dal Sor Iseppo che verrà domani dalla campagna, quale sia il momento in cui si debba maneggiarsi, per la buona riuscita del suo affare, e lo farò con tutto l’animo, e con tutto quell’ingegno ch’è proprio dell’amicizia che le professo. Abbiamo altre volte parlato della singolare condotta del Senato, di farsi servire, senza ricompensare quelli che lo servono; ciò è appena permesso alle belle, ne un Senato deve arrogarsi i loro diritti. Lasciando lo scherzo, la cosa è bizzarrissima, per non darle altro nome. In fine ella sia… ch’io farò tutto quello che per me si potrà, impiegando i miei amici tutti a suo favore in causa sì giusta. Mi continui la sua preziosa amicizia, e sia certa dal canto mio, del sentimento con cui me le protesto
Sua aff.ma amica
Isabella Teotochi Marin.
P. S. Oh la bella Psiche in marmo che abbiamo, oh quanti sonetti che la celebrano: sono essi arrivati fino a Belluno?