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Isabella Teotochi Albrizzi
Teseo vincitore del Minotauro
Gruppo in marmo
Roma, madre feconda d’alte e sublimi idee, Roma tosto ch’ebbe in sè il giovinetto Canova, sii sommo gridogli: ed egli a quel magnanimo grido col TESEO VINCITORE DEL MINOTAURO altamente rispose; e vinse, scolpendolo con mirabile successo e senza il filo misterioso di un’Arianna, pressochè tutte le difficoltà gigantesche da cui trovò circondata la divina arte sua. Il Minotauro, che mostro mezzo uomo e mezzo bue credettero alcuni, ed altri che non avesse che la testa di bue, come ci viene qui rappresentato, è ucciso, ed abbandonato sopra un sasso, a cui stanno da un lato la testa e le braccia del mostro, e dall’altro le gambe pendenti. Le fibre, i muscoli, tutto fa in lui mirabile prova dell’assenza della vita, dell’impero della morte. Teseo viene rappresentato in un momento di riposo dopo la battaglia, e seduto sopra il Minotauro medesimo. Egli appoggia la mano sinistra sopra la clava in aria trionfale, ed ha la destra abbandonata sulla coscia dell’ucciso nemico. La testa è alquanto inclinata, ed inclinata alquanto ha la persona, manifestando in una certa stanchezza la difficoltà della pugna ch’ebbe a sostenere. Nel nobilissimo volto però lampeggia la soddisfazione per l’ottenuta vittoria. E quale vittoria in vero per Teseo! Non è già d’un suo particolare inimico, di cui trionfa con si insultante disprezzo; no, è dell’inimico della Patria sua, che rende ormai libera con questa generosa uccisione da un orrido e vergognoso tributo. La figura di Teseo è bella di bellezza ideale. Grande energia di muscoli, robustezza di membra, eroica nobiltà in tutta la persona, e nei tratti del volto specialmente. Ogni uomo che l’ammira vorrebbe rassomigliargli; ed ogni donna si sente in petto il cuore d’Arianna.
Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova