Edizione Italiana
    Library / Literary Works

    Ludovico Savioli

    Il Destino

    Ch’io scenda all’artifizio
    Di mendicata scusa?
    Non posso: il volto ingenuo
    Col suo rossor m’accusa.

    La tua lusinga è inutile,
    È tardo il tuo lamento.
    Tu l’esca a tanto incendio
    Negasti, ed ecco è spento.

    Se d’importuno ostacolo
    Soverchio Amor s’offende,
    Dispiega i vanni instabili,
    Nè richiamato intende.

    Le forme tue risplendono
    Di non mortal bellezza;
    Te sul fiorir non supera
    La Dea di giovinezza.

    V’è più, che in me l’ingiuria
    Del non amarti aggravi?
    Tu vanti onor domestici
    Per venti etadi agli avi.

    I Lari tuoi ridondano
    Dei doni aurei di Pluto.
    Là pallidi rispettano
    Gli amanti un tuo rifiuto.

    Ma che? le sorti ordirono
    Immobile catena;
    E da sorgente incognita
    Piacer discende e pena.

    O destinata a gemere
    Sul tuo deluso foco,
    Oh ti consola, e credimi,
    Che ’l mio trionfo è poco.

    A me fanciulla indocile
    Un ferreo giogo impose:
    Me leggi aspre governano,
    Difficili, orgogliose.

    Non prevedute grazie
    in su quel viso han sede:
    Ahi troppo il loro imperio
    Sulla beltà precede.

    Il fasto, e gli spettacoli
    L’austera odia e deride:
    Sorge coll’alba: inselvasi,
    E tratta armi omicide.

    Tale Atalanta narrano
    Ninfa di cor feroce,
    Che i cervi in sul Partenio
    Stancò col piè veloce.

    Fido sull’orme rapide
    Milaníon correa,
    E all’amator selvatico
    I fianchi Amor pungea.

    Tacque, ed osò sorridere
    Da’ rami acuti offeso:
    Stanca la vide, e gli omeri
    Gravò del caro peso.

    Oh quante volte intrepido
    Sfidò le irsute fere,
    E alla sdegnosa vergine
    Offrì le spoglie intere!

    Quest’arti, che s’aprivano
    Sentiero al cor non molle,
    Col tempo il disarmarono,
    E la superba volle.

    Forse gli Dii mi pascono
    D’una speranza incerta,
    E forse a prezzo simile
    La mia vittoria è certa.

    A tuo conforto io misero
    Che posso darti intanto?
    Fredda amistà, silenzio,
    E breve inutil pianto.




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