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Mario Rapisardi
Dinanzi a un ritratto
Io sono il mar che con urla tremende
Al ciel si lancia, e navi e ciurme inghiotte;
Turbo son io che per la cieca notte
Oasi sconvolge, e carovane offende;
Prometeo son che a le fulminee lotte
L’indomita de’ numi ira raccende,
E sopra l’are sgommate e rotte
L’ora suprema o la vittoria attende.
Ma se di tua beltà miro il portento
E il roseo collo e le fidiache braccia,
E penso a’ baci, ond’ho gioia e tormento,
Piego allora sul petto umil la faccia,
Lago diventa il mar, zefiro il vento,
Voce d’amor la prometèa minaccia.
Le Ricordanze