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Mario Rapisardi
Disinganno
Per monti e per abissi ella correa,
A la mia pace, all’amor mio rubella,
Femmina ad altri, a me regina e dea,
Ingannatrice sempre e sempre bella.
Al gelo, al foco, al sole, a la procella
Dietro a lei d’un suo bacio io mi struggea;
Essa, dal mio languir fatta più fella,
A un vulgo abjetto i baci suoi vendea.
Fermossi un giorno alfin: la disdegnosa
Fronte rivolse, e a me, ch’ansava forte
Fra speranza e timor, fatta pietosa,
Eccomi, disse con parole accorte,
Vieni, son tua, sovra il mio cor ti posa...
M’hai creduto la Gloria e son la Morte.
Le Ricordanze