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Mario Rapisardi
Metamorfosi
L’intelligenza mia torpida cade
Nella gran notte, nell’immenso oblìo;
Una sostanza minerale invade
Il mio capo, il mio core, il corpo mio,
Non bramir d’odj, non cozzar di spade,
Non ghigno, non dolor, non canto pio,
Non biechi nembi, non dolci rugiade
Mutan l’alta quìete ove son io.
O marmorea belta, figlia dell’arte,
Ecco, nel tuo fatal gelido regno,
Poi che infrante ho le forze e l’armi ho sparte,
Simulacro di me rigido vegno:
Or che di me peri la miglior parte,
Dei baci tuoi, dell’amor tuo son degno.
Le Ricordanze