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Mario Rapisardi
Ora cattiva
Sei tu, sei tu. Batte la pioggia a’ vetri,
Fra’ platani frondosi urlano i venti,
Corrono il plumbeo ciel nubi silenti,
Stridon gli augelli in dolorosi metri.
Come in ridda infemal gambuti spetri,
Ballano i miei pensier torvi e frementi ;
Ora in cerca di luce alzansi lenti,
Or gavazzan nel fango ispidi e tetri.
Quanto mutata sei ! Sozze hai le chiome,
Bieco lo sguardo, squallido l’aspetto.
Come scherno al mio cor suona il tuo nome;
Antro è la stanza tua, bara il tuo letto,
Un baratro è fra noi, pur, non so come,
Io t’amo e piango e mi ti stringo al petto.
Le Ricordanze