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Massimo d'Azeglio
Il Ministro e la ballerina
Signora Amalia,
Noi siamo in scena;
Io fo il Ministro,
Lei la Sirena:
Sirena, intendasi,
Perché ci bea;
Ma non di quelle
Dell'Odissea.
Abbiamo un pubblico
Da contentare,
Che spesso spesso
Fa disperare.
Abbiamo dispute
Coll'impresario,
Abbiam bisticci
Dietro il sipario.
Ci tocca ridere
Senza allegrezza,
Mostrar di piangere
Senza tristezza:
Vivere in maschera.
Vivere in scena,
Sia da Ministro
Sia da Sirena.
Gli è un brutto vivere,
Gli è un magro affare;
Signora Amalia,
Che gliene pare?
Per lei ch'è giovane,
Che balla bene,
Che al sol vederla
Là sulle scene,
I Brava fioccano
Da tutti i lati,
Si fanno applausi
Da disperati;
Per lei che sentesi,
Sera e mattina,
Dir, come è amabile!
Quant'è carina!
Via, concediamolo,
In molti sensi,
Se vi son spine
Vi son compensi.
Ma a me non dicono
Che son bellino,
O al piú diranno:
È un bel codino.
E quando è Recita
Al Parlamento,
Quand'entro in scena,
Non sempre sento
Quell'equilibrio
Che pur vorrei,
E che sí bene
Sa serbar lei.
E se mai sdrucciolo,
Misericordia!
Comincia il verso
Della Concordia:
Cose, verissimo,
Che non fan male;
Ma seccature
Senza l'uguale.
Via, concediamolo,
Signora Amalia.
Fare il Ministro
Oggi in Italia
È la men facile,
La meno amena,
Fra le maniere
Di stare in scena.
Ma consoliamoci
Che alfine, il giuoco,
Se è poco bello,
Dura anche poco.