Edizione Italiana
    Library / Literary Works

    Nicola Sole

    A Psiche

    Tu pur, candida Psiche, avrai tu pure
    Amato indarno. Visïon gentile
    Di novissimo amor sarai per sempre
    Innanzi ai miei languenti occhi passata.
    Così fidente non guardarmi almeno,
    Così vezzosa! Oh non sognar di Elisi,
    Che non saran per noi! Sa il ciel se teco
    Stato felice io non sarei su tutte
    Cose felici! E nondimen t’infrango,
    Lucente idol d’amore e di speranza!

    Or l’angiol, che i tuoi lieti anni governa,
    Pria che ti colga l’infinito affanno
    D’un fulminato amor, pietosamente
    In fondo a la tua pura anima veli
    Le mie pallide forme, e in cor ti ponga,
    Pria che il dolor, l’obblio: deh, ch’io ritorni
    Presso al cembalo tuo, nè la tua bruna
    Pupilla, intenta nel mio sguardo, esplori
    Onde il silenzio di quest’occhi, e il novo
    Gel, che tu sola sentirai, derivi!

    Che ti dirò, poi che perir tu dei
    In questo petto insanguinato, in questo
    Sepolcro ardente, ove perir già tante
    Innamorate larve? Ultima forse,
    Povera Psiche, dormirai con esse,
    E in eterno! Nè mai, fin che le sere
    In auree veglie indugerem, ti udrai
    Da me parola che d’amor ti dica,
    E come ardendo e delirando io sia
    Venuto a tal che disamarti è il solo,
    Ch’io rendere ti deggia, infausto amore!


    Dicembre 1857.




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