Edizione Italiana
    Library / Literary Works

    Nicola Sole

    I Siciliani

    1.

    Siciliani! uditemi:
    Mesta, fidente e sola
    Nei vostri Templi a gemere
    Viene la mia parola.
    Armi non ha la misera
    Tranne la prece e il pianto
    E la virtù del canto
    E la ragion del cor.

    2.

    Ne la fatal Penisola
    Chi non vi disse eroi?
    Chi dei gagliardi il premio
    Contenderebbe a voi?
    Recenti lutti ingombrano
    Le vostre vie deserte:
    Le vostre tombe aperte
    Fuman di sangue ancor.

    3.

    Tutti da Reggio ad Ascoli,
    Da Leuca a Terracina
    Sguardo volgemmo e lagrime
    Su la Scillèa marina:
    Nè col timor del debole
    Contemplavam la morte,
    Ma col dolor del forte
    Agitavam l’acciar.

    4.

    Armi fraterne ardeano
    Città, castelli e navi!
    Scese fra l’onde e l’aria
    L’ombre piangean degli Avi!
    Dai suoi profondi vortici
    Mise Cariddi un grido,
    Che rimbombò sul lido,
    Che spazïò sul mar.

    5.

    Oh chi può dir, Trinacria,
    Terra dal Sol bëata,
    Dei figli tuoi la gloria
    Ne la fatai giornata?
    Fra la risorta Grecia
    E l’ira de’ Poloni
    In mezzo a’ tuoi leöni
    Spaventerai l’età.

    6.

    Or sovra l’elsa splendida
    De la detersa spada
    Appoggia il fianco: agl’Itali
    Volgi lo sguardo — e bada!
    Tutti, o Sicilia, invocano
    Che tu pronunzi un detto:
    Che ti riarda in petto
    Più vasta carità.

    7.

    Isola eterna! Ascoltami;
    Chè Dio nel cor mi detta:
    Una corona, un plauso,
    Anche maggior, ti aspetta,
    Se, generosa e immemore
    D’un parteggiar fugace,
    A la fraterna pace
    Consacrerai l’allor.

    8.

    Forse talun con empia
    Gioia nel cor ti grida:
    — Sola tu sii, Sicilia!
    Te sospettando infida....
    Oh no! per Dio, rispondigli:
    « Non gelosia sicana,
    « Ma fiamma italiana
    « Alimentai nel cor! »

    9.

    Questo fatal dissidio,
    Non ha sei lustri ancora,
    De le speranze italiche
    Ottenebrò l’aurora.
    E aspetterem che Italia
    Sia nel dolor travolta?
    Che la seconda volta
    C’insulti lo stranier?

    10.

    Chiama a raccolta, o Settimo,
    La gioventù ne’ Fori,
    Freni la tua canizie
    Gli esacerbati cuori:
    Desta più calmi palpiti
    Entro quei petti ardenti:
    In ispirati accenti
    Erompa il tuo pensier.

    11.

    Sicilïane vergini,
    Madri di figli orbate,
    A l’amistà di Napoli
    Il vostro duol votate:
    E tu, gagliarda Sicula,
    Che dei cannoni al vampo
    Balda traesti al campo
    A vincer o a morir,

    12.

    L’arme dispoglia: supplice
    Piangi, combatti e prega
    Che l’Etna ed il Vesuvio
    Stringan perpetua lega.
    Fra gl’inni de la patria
    Tu benedetta andrai,
    Se la parola avrai
    Pari al guerresco ardir.

    13.

    La vendicata Ausonia,
    Che a nuovo onor si desta,
    Non oserà recingere
    Il manto della festa,
    Non oserà riprendere
    La gioia de’ conviti,
    Finché non vegga uniti.
    Tutt’i suoi figli a sè!

    14.

    Siciliani! uditemi;
    Santa è la mia preghiera:
    Tutti ci stringa un palpito,
    Ci cuopra una bandiera:
    Sull’Etna e sul Cenisio
    Sventino i tre colori,
    E vinti, e vincitori
    Uguaglierà la Fè!

    15.

    Faro! Ti cangia in florida
    Terra, ed aggiungi a noi
    Codesta splendid’Isola
    Del canto e degli eroi!
    Più fra l’Amore e l’Anima
    Non interporti, o mare,
    E cesseran le gare
    D’una stagion crudel.

    16.

    Voi giovinetti martiri,
    Angioli al suol natio,
    Queste gementi suppliche
    Recate innanzi a Dio!
    Così difesa Italia
    Avrete in doppia guerra;
    Col vostro sangue in terra,
    Colla preghiera in ciel.




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