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Olindo Guerrini
Tempesta in mare
Fra Bordighiera e Nizza,
Dove più azzurro è il mar,
Un giovin marinar
L’albero drizza.
Forte, gentile e bello
Vola sull’Ocean,
Col suo timone in man,
Come un uccello.
Nè morte nè ferita
Gli fa terror, perchè
Assicurato egli è
Sopra la vita;
Ma dalle parti basse
Di Greco e Maestral
Si leva un temporal
Di prima classe,
S’odon da lunge i tuoni
Si vede lampeggiar
E allora il marinar
Dice: "Coioni!
Se dura niente niente
Tra poco si anderà
In pasto ai baccalà
Sicuramente.
Le braghe di fustagno
Umide sono già....
Cosa dirà mamà:
Se me le bagno?
In mar si sta benone,
Ma, se credete a me,
Si gode più al Caffè
Del Pavaglione,
E se a toccare il suolo
Arrivo col seder,
Piuttosto che il nocchier
Fo il ruscarolo".
Ma per combinazione
Mentre dicea così,
Il tempo si schiarì
Là, in quel cantone.
Dell’onde il mal governo
In un balen cessò
E il temporale andò
Verso Paderno.
L’iniqua alfin parola
Ode in un porto dir
E tira un gran sospir
Che lo consola.
Gli affari di famiglia
Scorda e l’orrendo mar
E corre a ritrovar
La Centomiglia;
Ahi lasso! e i suoi quattrini
Li spende così mal
Che va nell’Ospedal
Da Gamberini.
Vedi da ciò quant’erra
Il detto popolar
Che dice: "loda il mar,
Tienti alla terra".