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Raimondo Montecuccoli
Avviso mandato a S. Maestà Cesarea
Copia dell’avviso mandato a S. Maestà Cesarea dal Sig. Conte Montecuccoli, con alquante Insegne, tra le quali vi è quella del Gran Visir, e molte Scimitarre tempestate di Turchine, e varie gioie, con altre rarità presentate a Sua Maestà in nome di Sua Eccellenza il Sig. Conte Montecuccoli dal Signor Tullio Miglio, il quale è stato presente in queste Battaglie. (Stampata in Vienna, per Matteo Cosmogrovio Stampatore di Sua Maestà Cesarea, e ristampata in Roma, per Francesco Moneta. 1664)
Di Agosto. Doppo esser dimorato l’Essercito Turchesco, numeroso di sessantamila, 14 giorni continui sul fiume Rhab, & tentato diverse volte di passarlo; ma sempre impedito dall’Armata nostra, fu necessario alloggiar l’esercito nostro lungi il fiume, non distante i posti l’uno dall’altro il più lontano di 2 hore di cammino. Tra tanto venne avviso per il Capitan Gallo, che il Gran Visir dava segni di voler passare il fiume con tutto l’Essercito, e havendo la notte antecedente, che fu li 31 di Luglio continuamente cannonato l’Essercito Christiano. A questo avviso il Sig. Conte Montecuccoli diede ordine alle armate, che ciascheduna prendesse posto, & in caso di necessità una secondasse, e defendesse l’altra; prese l’ala destra l’Essercito proprio di Sua Maestà, la sinistra pure, & in mezzo era posta l’Armata dell’Imperio, o Ausiliaria. Il primo d’Agosto a hore nove la mattina a bon’hora passorno 3000 Cavalli a nuoto il fiume, ciascheduno haveva in groppa un fante Giannizzaro, o Albanese; nel medesimo instante comparse all’improviso tutta l’armata nemica in un posto avantaggioso su’l fiume, ove il fiume non è più largo di 10 passi. Passò un corpo di gente, & attaccorno un posto, ove vi erano 300 Soldati Ausiliarij, i quali andorno a male, per questo fatto fu dato subito all’armi dalli nostri, & subito in un momento accorse in persona là ove si combatteva il Generale Montecuccoli, come anco il Conte Palatino, e il Maresciallo di Sulzpoch si presentò con gran generosità con la Cavallaria, con la quale presero posto. Il Marescial Spar arrivò con gran allegria, col Arteglieria, e prese posto a man dritta, & subito tutto il nostro Essercito si presentò in faccia al nemico in battaglia all’attacco delli 300 sopradetti, volsero soccorrere li Ausiliarij col Regimento del Colonello Smic di Cavallaria, & un Battaglion del Conte di Nassau, & il Regimento del Colonnello Chielmonsech d’Infanteria alli quali si presentorno i Turchi con un grido così tremendo, che li impaurirno non solo loro, ma ancora la gente di reserva del Lacron, & il Regimento del Generale Spor, che li messero in confusione, & manifesta fuga, in maniera tale, che li Giannizzari li perseguitorno fin’al bagaglio. A questo sinistro incontro, si avanzò il Prencipe di Sulzpoch col Colonello Sardau a man dritta del boscho, & anco mezzo Regimento del Montecuccoli, Sporch, & il Regimento di Rappachi, ‘l Duca di Lorena, stava a man manca in campagna. Tutti questi insieme urtorno il nemico così corraggiosamente, che l’inimico fu costretto salvarsi al fiume con perdita assai delli suoi. Tra tanto, che si combatteva, il Visir, come riferiscono i prigioni, che saranno da 30, fece buttar un ponte sul fiume di corame, per il quale passorno al quanti mille Fanti, e bon numero di cavallaria, i quali con gran impeto, e furia vi urtorno; coll’agiuto però del Lacron, & il Regimento del Spoar, che si riunì di nuovo per la fuga, e il Regimento del Tassi, furono i nemici respinti di nuovo verso il fiume; tratanto si riunirno di nuovo tutti i Regimenti fuggiti, fra poco doppo fu l’inimico rinforzato di alquanti migliara, ci attaccò di nuovo respinse alquanto indietro i nostri, voltandosi con 15 o 20 mila verso l’Armata Ausiliaria, alla quale vennero li Francesi in soccorso, e per un gran pezzo si combatté dubio Marte tremendamente. Tra tanto, che durò questa battaglia pigliò l’inimico Posto, fortificandosi con fossi, e passando tra tanto anco quattro mila Cavalli Turchi a nuoto il fiume, la quale Cavallaria fu disfatta felicemente dalli Regimenti del Montecuccoli, & Spor, e mentre, che per la Vittoria l’esito era ancora dubio, per essere fuggiti assai dall’Armata dell’Imperio si stava mezzo sospeso. Il Generale Montecuccoli fe’ chiamare tutti i Generali, proponendoli, che bisognava con tutte le forze attaccar l’inimico, & vincere, o morire; alla qual proposta risposero, attacchiamolo adesso, si mora o si vinca.
Si diede subito principio alla battaglia con gli regimenti de’ Colonelli, Spic, Pio, & Tasso, & anco i 3 Regimenti di Cavallaria, Seneidau, Lorena, Rapach, che erano a mano dritta, li Francesi a mano manca col Squadrone della Svevia, che combatteva con gran costanza, avanzò in mezzo, & tutta la nostra armata si spinse contro il nemico in forma di mezza luna, & attaccò li Turchi da tutte le bande con tanto coraggio, & allegria, che in termine di un quarto d’hora l’inimico perdé la campagna, & quelli, che non morsero, si precipitorno tutti nel fiume sforzatamente, come anco le partite delli nemici sono state sfracassate dalli Crovati, & Dragoni, quelli che volevano passar il fiume a man manca, furno dalla cavallaria Francese destrutti. Questo sinistro colpo ricevuto da’ Turchi causò tal confusione fra loro che molti principali loro officiali sono subito fuggiti dal Gran Visir.
Tra li prigioni vi è il Capighi Bassà Segretario del gran Visir, il quale dice, che in questa fattione vi sia restato Ismael Bassà cognato del Sultano, Caplan Bassà principalissimo Soldato di tutti i Regni Ottomani, Hoeg Mah, Omer Bassà, & il Giannizzar Agà, con 30 Agà sono restati 6 mila Giannizzari effettivi, con li meglio i Soldati, come Albanesi, Bosnesi, Spahi riferiscono di più i prigioni, che il Gran Visir colla Scimitarra propria habbi ammazzato 8 Agà, perché fuggirno. Il Visir si ritrova molto sturbato per il danno ricevuto, il qual danno della perdita consiste in 8 mila, e de’ nostri morti solamente 700, & questi la maggior parte erano Soldati novi, de’ Soldati vecchi ne restorno pochi.
Doppo finita questa battaglia li nostri pigliorno passa 3 mila cavalli, e 300 carri di munitione; fornimenti di cavalli assai furno trovati di valuta di duicento, e trecento, e quattrocento tolleri l’uno, nel fiume trovorno migliara di fornimenti tempestati di Turchine, & altre pretiose gioie, di lavoro. Le selle, e scimitarre erano mirabili, tra le altre scimitare ne fu trovata una tutta gioiellata, col fodro d’oro, & il nome del Ragozzi, e con la sua arme sopra, chi portava questa scimitarra non era Soldato ordinario, furno pigliati assai habiti superbissimi, e denari tra li altri un soldato di fanteria se bottinò in denari contanti di tre mila ongari. Il nemico abbandonò 14 canoni, i quali furono dalli nostri inchiodati, essendo passati 15 delli nostri Soldati a nuoto, non opponendosi 50 Gianizzeri, che erano di guardia. Furno prese 126 insegne, & giornalmente sene trovano più nel fiume. Non è da dire, che buttino li Soldati habbino fatto, e con che allegria stiano. La battaglia durò dalle 9 hore la mattina fin a’ 4 hore di notte. Li Generali di tutte 3 l’armate si sono tutti trovati su la piazza della battaglia dal principio fin’al fine unite di animi, e consiglio, il Prencipe di Sulzpoche, mutò 4 volte il cavallo Soldato espertissimo, & bravissimo, fu ferito di un piccone malamente.
Il Maresciallo di Poden con tutto, che fosse amalato, assisté sempre alla battaglia a cavallo, il Maresciallo Spor ha egregiamente fatto il debito suo coll’infanteria, & Arteglieria. Il Conte Hohenloe, Colignì, due Conti di Valdec, il Prencipe di Holstain hanno fatto honoratamente le parti loro. Il Colonello Snaidau urtò 13 volte il nemico col suo Regimento, & il Duca di Lorena 5 volte, Spich, Pio e Tasso si portorno in maniera tale, che acquistorno nome immortale. Della Armata dell’Imperadore restò il Conte Colonello di Nassau, Conte Carlo di Trautmonstes, Tenente Colonello Groiter, Capitan di Cavalli Ursenpech, l’Alfiero Chelmonseche, & altri minori Offitiali.
Dell’armata dell’Imperio restò il Generale dell’Artiglieria, il Conte Fugger, quale dalli suoi proprij soldati fu ammazzato casualmente. Il General Colignì si portò valorosamente con li suoi Francesi, e ne fanno testimonianza tutti li Generali di questo al Re di Francia.
1664