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Ugo Foscolo
A Vincenzo Monti
Se fra' pochi mortali a cui negli anni
Che mi fuggìr, fui caro, alcun ti chiede
Novella d'Ugo; — perché indegno fora
All'amor nostro il non saperne, o Monti
Rispondi: — In terra che non apre il seno
Obbedïente al scintillar del sole
Passa la vita sua colma d'obblio,
Doma il destriero a galoppar per l'onde;
Sulle rocce piccarde aguzza il brando,
E l'oceàn traversando con gli occhi
D'Anglia le minacciate alpi saluta. —
M'udrai felice benedir, m'udrai
Commiserar; tu fammi lieto ai lieti,
Dolente a' dolorosi; ognun sé pasce
Del parer suo; qual io mi viva, solo
Tu l'odi, e dove coronato libi
Al Genio e all'Ira d'Alighieri, il Fauno
Pedestre mio discreto ospite accogli.
Da te non laudi al mio verso, né vino
Al desco mio, né il tuo pregar sull'ara
Della Possanza in mio favor ti chiedo:
Ma cor che il fuggitivo Ugo accompagni
Ove fortuna il mena aspra di guai.
Mi mentirà così, Vincenzo, quella
Che in molti uomini lessi, e in pochi libri
(Perch'io cultor di pochi libri vivo)
Ardua sentenza: Amico unico è l'oro.